La basilica di San Pelìno è il duomo di Corfinio e funge anche da concattedrale per la diocesi di Sulmòna-Vàlva. 

Il complesso comprende la chiesa di San Pelino e l’oratorio di Sant’Alessandro, entrambi dichiarati monumenti nazionali nel 1902.

La basilica originaria fu edificata sulla tomba di Pelìno, vescovo di Brindisi e martire ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apòstata. Nel 1075, il vescovo Tràsmondo, favorito dal grande pontefice Gregorio VII, promosse la rifondazione della basilica insieme a quella di San Pànfilo di Sulmòna. I lavori iniziarono nel 1081 e si interruppero nel 1092 con la consacrazione del transétto monoabsidato dell’oratorio di Sant’Alessandro.

La realizzazione dell’opera fu ripresa e portata a termine dal vescovo Gualtiero che consacrò la cattedrale nel 1124. 

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La chiesa fu ristrutturata internamente in stile barocco tra XVII e XVIII secolo. Queste aggiunte furono rimosse durante i restauri degli anni Settanta che riportarono l’edificio al suo originario aspetto romanico. 

L’interno presenta tre navate divise da pilastri che sorreggono archi a sesto acuto, con un transetto preceduto da un arco trionfale. La navata centrale termina con un’abside completata nel XIII secolo. Tra gli elementi di rilievo per il loro valore storico-artistico, si possono citare una “Madonna col Bambino benedicente” nel transetto di sinistra, un pulpito risalente all’epoca del vescovo Oderisio, due resti di affreschi duecenteschi (un Crocifisso con santo francescano e busti di santi) e il coro lìgneo del presbitèrio realizzato da Ferdinando Mosca nel 1738.

L’oratorio di Sant’Alessandro, distaccato dalla basilica e concluso da una torre di difesa, fu eretto sul lato destro della chiesa di San Pelino per custodire le spoglie di papa Alessandro I sebbene il luogo esatto di sepoltura non sia mai stato identificato.