Benvenuti a Corfìnio, comune abruzzese di 970 abitanti e antica capitale del nobile popolo dei Pelìgni.

La città ebbe origine intorno al V secolo a.C. in un’area morfologicamente favorevole, su un altopiano delimitato dai fiumi Atèrno e Sagittàrio. 

Successivamente, la crescita urbana si concentrò lungo le vie d’accesso alla città, che in parte coincidono con l’attuale Strada Statale 5 (l’antica Via Valèria) e la strada provinciale per Pràtola Pelìgna.

Nel 91 a.C., durante la guerra dei popoli italici contro Roma per ottenere i diritti politici, Corfinium fu designata come capitale e – durante i due anni di conflitto – svolse un ruolo cruciale. Qui fu coniata la prima moneta degli insorti, recante la scritta “ITALIA”, che diventò il nuovo nome di Corfinium e, secoli dopo, dell’intera nazione. Nonostante la vittoria di Roma, la cittadinanza fu comunque concessa alle province che tanto valorosamente si erano battute.

Dopo il passaggio di Cesare nel 49 a.C. e l’instaurazione della Pax Romana, iniziò un importante periodo di sviluppo urbanistico. 

L’imperatore Claudio potenziò la viabilità nella regione con la costruzione della Via Clàudia Nòva; un notevole complesso termale fu eretto da Sergio Cornelio Dolabèlla nel 113 d.C., e nello stesso periodo fu costruito un nuovo tempio per volere di Gnèo Àlfio Massimo.

La presenza di ceramica e monete testimonia una continua e frequente occupazione fino al IV secolo d.C.

A partire dal IX secolo la città romana venne lentamente ricostruita, assumendo le forme tipiche del borgo medievale (che verrà distrutto quasi per intero dal terremoto del 1706).

Nel XIX secolo, nacque a Corfinio il filologo Antonio De Nino, una figura di grande rinomanza locale che dedicò tutta la vita al recupero della gloriosa storia del paese. Finanziò campagne di scavo che portarono al ritrovamento dei due “murgìni” nei pressi di San Pelino e alla scoperta della pianta dell’anfiteatro romano nella piazza del borgo.